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Patchwork

by Claudio Fasoli Four

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1.
Bee 07:29
2.
Never Mind 05:23
3.
Kind of Her 04:59
4.
Short Wave 04:53
5.
6.
Protocol 04:57
7.
Blizzard 04:56
8.
Duet 05:04

about

"... and then when you play you forget what you practiced
and try to really invent something for the moment, according to
the acoustics, the audience, wow you feel at the moment, and so on .."

(Lee Konitz, Conversations on the Improviser's Art)


Seconda prova in studio per questo nuovo quartetto guidato dal veterano sassofonista (tenore e soprano) veneziano Claudio Fasoli, al quale la Fondazione Siena Iazz ha da poco dedicato un interessante libro-intervista (distribuito gratuitamente) curato da Francesco Martinelli. Un puntuale excursus che attraversa in ordine cronologico le varie fasi dell’ articolata vicenda artistica di un musicista che, a partire dalla metà degli anni Sessanta, ha lasciato un'impronta profonda nella storia del jazz italiano, nel segno del rigore e della dedizione.
Un’attività la sua che, sul piano della notorietà, culmina intorno alla metà degli anni Settanta con l' avvincente esperienza del Perigeo di Giovanni Tommaso e Franco D’Andrea, in quel momento il più importante gruppo di iazz rock italiano di fama internazionale, e che prosegue poi negli anni Ottanta, il periodo in cui si definisce l’identità artistica di Fasoli fino ai giorni nostri.
Sono sentieri più acustici (non scevri dall'uso dall'elettronica) attraverso una serie di prestigiose collaborazioni, in cui si sperimentano inedite formazioni in trio, quartetto, quintetto, spesso con l'assenza del pianoforte, magari con la presenza di un paio di contrabbassi, e una certa predilezione per le armonizzazioni della chitarra elettrica (come accade anche in questo ultimo lavoro).
Uno stampo, quello del jazzista lagunare, che ha lasciato e per fortuna continua a lasciare tracce significative anche nella didattica, essendo Fasoli fin dall’inizio uno dei docenti protagonisti della straordinaria avventura rappresentata dai Seminari di Siena Jazz, i cui diplomi oggi, dopo oltre trent'anni di lavoro, sono finalmente equiparati a quelli rilasciati dai conservatori statali e dalle università europee e internazionali.
In questo Patchwork, vera e propria composizione tra le quattro sensibilità in gioco, siamo alle prese con tutte le caratteristiche della musica di Fasoli, da sempre interessato alla sperimentazio-
ne timbrica, sonora, e soprattutto alla continua creazione di nuove composizioni, fresche e innovative: pacate e intense atmosfere, ampie e filamentose volute tematiche, sinuose improvvisazioni su armonie galleggianti, tra l’incedere di Steve Lacy, Lee Konitz e quello di Wayne Shorter (gli ultimi due, tra isuoi principali maestri). Un ambiente sonoro costruito soprattutto dai soli cromatici, a tratti da rock progressivo crepuscolare, del chitarrista Michele Calgaro (anche in acustico: lo si ascolti nella sua splendida ‘Blizzard') e dal discreto e intelligente utilizzo, quasi un distillato dosaggio, di effetti elettronici ad opera dell’originale batterista Gianni Bertoncini. Non da meno appare il
contributo del contrabbassista Lorenzo Calgaro, che con ‘Short Wave’ firma il brano più vivace dell’intero lavoro. Ma è Fasoli ad aprire ad inedite suggestioni nella conclusiva e onirica ‘Duet’, allontanandosi (non certo per la prima volta) da maglie armoniche, per lanciarsi coraggiosamente in spazi siderali. Ispirati.

Marco Maiocco
Il Giornale della Musica Dicembre 2012





Dopo l’Emerald Quartet, Fasoli ha varato una nuova formula di quar- tetto che gli consente di riprendere e sviluppare alcune intui- zioni sperimentate in un disco del 1990, “Bodies” (Nueva): lavoro felicissimo ma forse mai adeguatamente considerato. In quella formazione figuravano Mick Goodrick, Palle Danielsson e Tony Oxley. Altro legame col recente passato, Bertoncini aveva fatto parte del gruppo Experience (con Michael Gassmann alla tromba e Paolino Dalla Porta al contrabbasso), documentato in “Esteem” (Flex, 1999). Questo quartetto è frutto di uno sforzo cooperativo, dato che la metà dei brani in scaletta è stato fir- mato dai colleghi. Ciò non toglie che l’incisione sia comunque impregnata della rigorosa concezione estetica di Fasoli, già esaurientemente illustrata dal brano iniziale. Il tema di Bee viene infatti esposto con meticolosa parsimonia su una progres- sione armonica dal gusto vagamente shorteriano. Qui come al- trove, le costruzioni del sassofonista veneziano poggiano su una solida capacità di sintesi e vengono alimentate da una logica stringente, senza che una singola nota vada sprecata. Per parte sua, Michele Calgaro sembra aver fatto propri certi insegnamenti di un fine didatta quale il succitato Goodrick, per la nitida arti- colazione del fraseggio e la pulizia sonora che sa produrre anche quando ricorre a timbriche “sporcate” (si veda ad esempio Never Mind). Quest’ultimo brano, dopo un attacco nevrotico, gode di un andamento ritmico frastagliato, a cui il soprano con- trappone curve melodiche sinuose aprendosi ampi varchi in quelle maglie serrate. Kind of Her dà a Bertoncini l’opportunità di dispensare sottigliezze a contrasto — e a complemento — con lo scavo armonico della chitarra e le ponderate elucubrazioni del tenore. La quarta composizione di Fasoli, Duet, si fonda su un continuo scambio di stimoli tra due duetti: prima fra le cel- lule melodiche distillate dalle corde dei fratelli Calgaro; poi dai frammenti spartani opposti dal tenore ai giochi coloristici della batteria. Lorenzo Calgaro è autore di Short Wave e My Father’s Eyes. Il primo brano mette in mostra un bell’unisono tra tenore
e chitarra, il timbro lucente e appena increspato sugli acuti delle frasi ad ampio respiro di Fasoli, le lucide concatenazioni elaborate dal fratello. Il secondo possiede una struttura dilatata che crea vasti spazi di riflessione ed evidenzia una spiccata va- lenza melodica. Nella propria Blizzard Michele intesse preziosi intarsi sull’acustica, con qualche eco di Ralph Towner, terreno fer- tile per gli arabeschi del so- prano. Composto da Bertoncini, Protocol vede Fasoli cimentarsi con entrambi gli strumenti su un fondale etereo, caratterizzato da una sottile urgenza dramma- tica e penetrato da taglienti tim- briche della chitarra. Come dire, la modernità del jazz.

En.Bo.
Jazz Colours Gennaio 2013


Personnel
Claudio Fasoli Tenor & Soprano Sax
Michele Calgaro Electric Guitar
Lorenzo Calgaro Double Bass
Gianni Bertoncini Drums & Electronics

Tracks 1, 2, 3, 8 composed by Claudio Fasoli.
Tracks 4, 5 composed by Lorenzo Calgaro.
Track 6 composed by Gianni Bertoncini
Track 7 composed by Michele Calgaro

All tunes published by Elicona Musical Edition / SIAE

Executive Producer Claudio Donà for Caligola Records
Produced by Claudio Fasoli and Ivory Tower
Recorded at Artesuono, Udine, Italy on March 2012 by
Stefano Amerio; Added Recording and Mixing at Ivory Tower,
Vicenza, Italy on April - June 2012 by Gianni Bertoncini and
Lorenzo Calgaro.
Mastered at Kobenhavn (Denmark) on June 2012 by Holger Lagerfeltd.

Cover picture by Eward Rozzo
Graphics Concept by Gianni Bertoncini
Graphics Achievement by Giorgio Finamore

credits

released October 1, 2012

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CLAUDIO FASOLI FOUR PHOTO GALLERY :
www.dropbox.com/sh/wtwa12aq9jt686k/ukp4Cfe20K
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The Claudio Fasoli Four was born as an organized group, not put together haphazardly for one concert or recording. Our stability guarantees exceptional results over the long term.
We bring to our music what might be called a “contemporary concept”: we involve each other in our music by sharing in common our individually lived experiences.
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